La mediocrità ha vinto, come
afferma il filosofo canadese Alain Denault e nella nostra epoca ci ha travolto
a tutti i livelli. Nella politica, nelle istituzioni, nella comunicazione etc…
in tutti i ruoli i mediocri stanno vincendo, e Denault ha indubbiamente
ragione. Il saggio pubblicato dal filosofo dal titolo “Mediocrazia” ha ottenuto
un successo notevole in tutto il mondo. La mediocrità paradossalmente è
diventata un valore imposto dal sistema. I mediocri sono diventati vincenti e
infine hanno preso il potere. Denault si interroga sui motivi della loro ascesa
trovandoli nella convergenza fra gli interessi dei grandi capitali e la
tecnologia.
Per comprendere a fondo il
fenomeno, va compreso il cambiamento del sistema in era moderna che sta
rapidamente raggiungendo l’apice della “tecnica” che infine domina l’uomo
stesso. Nell’era della tecnica (non dobbiamo solamente pensare alla tecnologia
che è una controparte), è l’apparato a vincere sull’individuo. Le
istituzioni e via via tutti i sistemi i esistenti stanno convergendo verso la
tecnocrazia ed essa può essere sintetizzata con la visione di un apparato
composto da molteplici unità (individui) nel quale l’unica finalità è rivolta
all’esistenza e alla funzionalità dell’apparato stesso non degli individui che
lo compongono. Questo aspetto è molto importante perché sta condizionando in
modo definitivo il sistema del nostro tempo.
L’apparato è un sistema che
richiede meri esecutori, capaci ma senza iniziativa, i mediocri. In questo
senso anche i Governi si stanno trasformando, se non in parte si sono già
trasformati in apparati di questo tipo, dove la politica pubblica cede il posto
ad una “Governance” di tipo aziendale. Qui è facile ricordare come più volte
negli ultimi decenni il potere nelle sue diverse rappresentanze ci sta
continuamente proponendo la trasformazione di tutte le istituzioni in aziende,
in nome dell’efficienza. Lo stato azienda, le scuole azienda, gli ospedali
azienda…è proprio questo il terreno fertile dove i mediocri hanno
definitivamente vinto. Un contesto dove i più brillanti sono emarginati, perché
sono portatori di diversità e altri modelli diversi da questo pensiero unico
dominante sono un vero e proprio tabù improponibile. Possiamo uscire fuori da
tutto questo? E’ difficile ma non impossibile. Bisogna dapprima riconoscere il
problema e successivamente favorire la collaborazione fra tutte quelle realtà
che seppur in minoranza propongono strade alternative.
La mediocrazia ci propone una
riflessione sull’era del trionfo della “tecnica” nell’organizzazione umana.
Riconoscendo questo fenomeno è importante discutere e criticare la tecnocrazia
che ci trasforma in un ingranaggio del sistema che deve ruotare e partecipare
come una singola parte del tutto. La tecnocrazia priva l’uomo di senso e per
proporre una critica adeguata dobbiamo riflettere il costo del trionfo della
tecnocrazia. Qual è la controparte? La tecnica che è il più alto grado di
razionalità possibile mira esclusivamente al massimo risultato con il minor
impiego di mezzi. Il più alto grado di razionalità risiede nella sua
efficienza. Ma quanto ci costa? Moltissimo. Il costo della tecnocrazia resa in
questi termini, è non soltanto la diffusione e la costituzione di un umanità
mediocre, vittima dello stesso sistema che ha creato, ma anche la totale
rinuncia a un intero fronte culturale ed umanistico. Stiamo perdendo la nostra
umanità perché ci stiamo trasformando in ingranaggi del macchina sia essa
burocratica-istituzionale, sia essa multinazionale-produttiva. La tecnica si
propone come il superamento del neo capitalismo e dell’economia, quali due
forme che sono state la base per proporre dei fini ultimi unicamente legati alla produttività e al denaro, riducendo pian piano l’essere
umano al nulla.
Alessio Follieri
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