martedì 16 luglio 2013

Il sistema ci sta distruggendo


di A.Follieri
Provo una certa rabbia, non so, mi ricordo la scena di un film, Alberto Sordi e Carlo Verdone che gli dice "Avvocà so' Italiano", e Albertone gli risponde "Con che fierezza, lo avete sentito! SONO ITALIANO, che coraggio che c'hai". Penso a chi non ce la fa più, a chi con le proprie aziende frutto del lavoro di una vita deve licenziare i propri dipendenti "amici" e chiudere l'attività. Penso ai pensionati che non hanno nulla da mangiare. Penso alle file fuori alle Caritas in attesa di un pasto, sempre più lunghe come agli inizi del 900'. Penso ai migliaia di trasfusi che per errore e negligenza gli dicono "hai l'epatite e l'hiv e sei condannato a morire" perché il sangue trasfuso era infetto. Penso ai ladri che rubano milioni di euro ma sono comodamente seduti a casa loro a farsi un drink, mentre un padre che ruba una cena al supermercato si deve prendere minimo due anni di carcere. Penso a chi mani giunte, fare serio, si occupa molto devoto dei problemi dei
"poveri italiani", ma nessuna delle proposte è decente. Penso a tutti i processi insabbiati, mentre molti preferiscono occuparsi d'altro. Penso alle multinazionali che non sono il diavolo ma le abbiamo rese tali. Penso ai dimenticati che devono rimanere ai margini. Penso agli ultimi che non saranno mai primi. Penso alle proposte di legge che tendono a decretare cittadini di serie B e quelli di serie C, perché quelli di serie A non ci sono più, o sono quel pugno che poi fa le leggi. A quante cose si possono pensare, non ci penso solo io, non è per retorica, ma si perde nel tempo il coraggio e la fierezza di essere italiani. Non sono un politico, sono uno qualunque che più va avanti più gli viene da vomitare. Sono un filosofo che riconosce la ragione dei fatti, gli argomenti. Sono stanco di sentire ancora blaterare cose prive di alcun buon senso, è una campagna elettorale infinita, "bisogna pensare ai problemi degli italiani" e come li risolvete questi problemi? Come mai nessuno ha il coraggio, la coerenza, la fermezza e il comune buon senso di porsi la domanda: ma dov'è il problema? Invece dietro il tavolo di un bar, alla fermata della metro, oppure mentre si cena, vedo ancora persone discutere nel bene e nel male dell'essere giallo, rosso, centro, sinistra, destra, sopra e sotto, vedo ancora persone discutere di un voto, alcune volte ai limiti della rissa. Dio mio com'è possibile mi chiedo? Com'è possibile che anche persone esperte o reputabili tali, non si rendano conto di quello che accade? E' atroce, evidente, oserei dire lampante, "bisogna pensare ai problemi degli italiani", ma dov'è l'origine del problema? Come mai non si risolve? Mi fa ancor più rabbia pensare che dietro tutto questo c'è un uomo immaginario, o più uomini immaginari, paffuti, seduti dietro una tavola imbandita spinta dalle loro enormi pance, questi persone immaginarie si lisciano le mani sudate e avide, mentre succede tutto questo. Noi come pecore seguiamo il gregge, crediamo nel film che viene proiettato la serata della festa, mentre loro, i pancioni, obesi e grassi si lisciano le mani soddisfatti perché le pecore non si domandano neanche dove sono, si accontentano di storielle, di show televisivi, reality  e politica comunicata anche in modo maldestro. Non è semplicismo, ma tutto si riduce a poche cose. Si massacra un economia con scelte totalmente sbagliate e prive di senso, errori coperti da necessità, ma dove sono i responsabili? E' semplice non ci sono, oppure facciamo di meglio, i pancioni lo sanno, "fateli un po' litigare fra di loro" ordinano, ed ecco che io ho votato i bianchi e punto il dito contro i neri, sono loro i nemici, i neri ai rossi, i rossi a loro volta ai bianchi, "fateli un po' litigare" dicono i pancioni "almeno noi procediamo" e gli anni passano. I giovani di una volta diventano adulti, da adulti non sanno se mai avranno una misera pensione un giorno, il lavoro di una vita è cancellato, le ingiustizie non sono mai sanate e quel che è più deprimente sebbene guardiamo alla nostra piccola Italia, è che il fenomeno ha una natura globale, è un sistema grande che affonda i tentacoli nel mondo. Al diavolo l'etica, il buon senso, il concetto di umanità, "chi se ne frega" dicono i pancioni, l'uomo comune, quello di strada, noi, stiamo per essere etichettati socialmente, il concetto del potere e del denaro sta per configurarsi come l'apice del marciume capitalistico. Questo avviene a regola d'arte, nessuno se ne accorge, ossia te ne potrai accorgere quando dopo una vita di sforzi e sacrifici ti ritroverai in ultima fila alla Caritas, te ne accorgerai quando da padre o madre dovrai piangere di fronte ai tuoi figli perché non hai un futuro da dargli, te ne accorgerai quando non ce la farai più...questo è il punto, i pancioni lo sanno, ma lì sarà troppo tardi, il mondo ti avrà già tolto la voce per gridare. Non sono uno di quelli che dice "il capitalismo è male!", anche perché dobbiamo essere sinceri, il capitalismo nella sua formula essenziale ha offerto delle possibilità nella storia umana, quello che è male sta nell'impostare il capitalismo nella sua evoluzione storica, nessuno si è mai sforzato di proporne delle varianti, di cercare degli equilibri migliori, piuttosto abbiamo creduto, guidati da chi voleva che noi credessimo il capitalismo come una formula originaria immutabile. Il capitalismo è quello, è andato avanti così e ne devi accettare le conseguenze. Alla stregua di tutto questo, guardiamo anche i risvolti seppur generali della nostra società e oserei anche dire di tutte le società del mondo. Quali sono questi risvolti? La società rigida che implica l'inesistenza del fallimento. Il fallimento è il male oscuro e tenebroso che incute paura estrema alle persone. Il fallimento non deve accadere, quali saranno gli sguardi dei toi vicini? Come ti vedranno i tuoi amici da fallito? Il fallimento lavorativo, nel matrimonio e persino scolastico, sta diventando motivazione di follia di massa e suicidi. Questo perché il fallimento non è più contemplato, la società moderna privilegia il successo ed ha finito per far prevaricare solo questo fattore nel valore di comunicazione collettiva. Nessuno si accorge che il successo nella vita e persino nella natura mutevole dell'universo in cui viviamo è un eccezione non la normalità. Il successo arriva dopo il fallimento. Per rialzarsi nella vita è necessario anche cadere, la caduta non è mai definitiva, perché la natura in cui viviamo compresa quella umana è mutevole e non statica. Ma tutto continua a sospingersi sotto un profilo sbagliato che alla fine è privilegiato da tutti. Il fallimento che è una costante molto più probabile del successo, sta diventando una presenza autodistruttiva di famiglie e persone, tutto questo perché il sistema ci ha messo in competizione spietata. Chi è il sistema? Ho preferito immaginarlo come quei pancioni avidi, ne comprendo la forza, la persuasione, la sua invisibilità che è un'arma segreta. Forse quei pancioni hanno un nome e cognome, sono reali, è molto probabile che lo siano, ma nulla cambierà finché il mondo umano non inizierà un processo culturale diverso. Tutto rimarrà come sempre e l'apice del problema è proprio questo, se una rivoluzione culturale, pacifica, dettata dalla conoscenza, dall'obiettività, inizierà a diffondersi tra le persone, comincerà un processo di analisi più accurato del mondo in cui viviamo, cominceremo a vedere cosa c'è dietro il telo dove ci proiettano il film di questa vita. Io voglio vedere un altro film, sono stanco della stessa storia...e voi?

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